Articolo di Giuliano Balestreri pubblicato giovedì 15 febbraio 2018 dal sito di Business Insider Italia.
Troppe tasse e nessun finanziamento, l’università italiana nel mirino Ue: “Difficile studiare”
La beffa oltre il danno. Gli studenti italiani pagano le tasse universitarie più alte d’Europa – alle spalle degli inglesi -, non hanno di fatto accesso a un sistema di borse di studio e, come se non bastasse, non hanno alcuna università tra le prime 100 del mondo. Secondo la classifica del Qs World University, il Politecnico di Milano – maglia rosa tricolore – è al 187esimo posto. Certo ci sono alcune facoltà che primeggiano, ma a livello complessivo la situazione resta complicata.
A fare luce su un sistema farraginoso che rende gli studenti italiani “dipendenti dal supporto finanziario delle famiglia” rendendo “difficile l’accesso all’istruzione superiore” è l’ultimo rapporto Eurydice dell’Unione europea dal quale emerge come solo il 10% degli studenti italiani abbia accesso a borse di studio. Il Paese dove studiare costa di più è il Regno Unito dove si spendono oltre 10mila euro l’anno, ma la Penisola si posizione al secondo posto nel gruppo di 8 Paesi dove le tasse di frequenza oscillano tra i mille e i 3mila euro. Certo, dal 2017 gli studenti con un Isee inferiori ai 13 mila euro non dovranno pagare tasse, mentre chi supera questa soglia ma resta sotto i 30mila euro pagherà al massimo 1.100 euro, ma la strada da fare resta lunga.
Eurydice fotografa i sistemi di tassazione e di supporto finanziario agli studenti di tutta l’Unione europea con informazioni dettagliate su tasse, borse di studio, prestiti e altri benefit nei singoli paesi. E si scopre, per esempio, che in Inghilterra e nei Paesi Bassi le borse di studio sono state sostituite dai prestiti e che in Germania gli studenti extraeuropei pagano le tasse solo in uno dei 16 Länder (nel Baden-Württemberg). E che nella Repubblica ceca tutti possono studiare gratuitamente a patto di seguire corsi tenuti nella lingua nazionale.
Nell’Olimpo dell’istruzione superiore europea ci sono Danimarca, Malta, Svezia, Finlandia e Scozia: per la gran parte degli studenti le tasse sono a zero, ma in aggiunta quasi tutti hanno accesso a borse di studio e finanziamenti che – sottolinea il rapporto – “garantiscono un’elevata indipendenza economica agli studenti”. Secondo la Ue un approccio di questo tipo “mostra l’esistenza di investimenti pubblici significativi” per permettere a tutti di studiare ed essere indipendenti.
Appena sotto ci sono Repubblica Ceca, Germania, Estonia, Cipro, Polonia, Slovenia e Slovacchia dove la gran parte degli studenti spende meno di cento euro: paga di più chi ottiene risultati mediocri, all’insegna della meritocrazia. In compenso sono scarsi i finanziamenti agli studenti. Poi ci sono Lussemburgo, Galles e Inghilterra che hanno alte tasse, ma altrettanto alti finanziamenti e borse di Studio.
In fondo alla classifica ci sono Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo, Svizzera e Liechtenstein dove il livello delle tasse cresce ancora, raggiungendo anche il limite di 3mila euro l’anno. Tra tutti l’Italia è il Paese che fa peggio. Il caro tasse, infatti, non è calmierato da un sistema di borse di studio o prestiti adeguato: vi ha accesso solo il 10% degli studenti. Un sistema in qualche modo perverso che – come nota la Ue – “tende a rendere gli studenti dipendenti dal supporto finanziario famigliare o dal lavoro. E questo rende più difficile, in particolare per gli studenti svantaggiati, l’accesso all’educazione superiore”.