La laurea facile si prende fuori dall’Italia

Articolo di Miriam Romano pubblicato giovedì 16 maggio 2019 da Libero.

La laurea facile si prende fuori dall’Italia

Sempre più studenti esclusi dalle università italiane vanno a laurearsi all’estero

Serve un po’ di spregiudicatezza. Un pizzico di conoscenza della lingua inglese per farsi capire almeno i primi tempi e un attaccamento non troppo forte alla patria natìa, l’Italia. Le soluzioni per ottenere una laurea senza ammazzarsi sui libri ci sono, ma all’estero. L’ostacolo principale da superare nei nostri atenei è spesso il test di ingresso. Scoglio che in giro per l’Europa non esiste ovunque. Poi ci saranno da affrontare, per chi, una volta ottenuto il titolo, sogna il rimpatrio, le pratiche burocratiche per il riconoscimento della laurea estera. Ma l’equipollenza del titolo si può ottenere senza troppa fatica. Partiamo dalla facoltà di Medicina. Ogni anno allo scoccare del mese di settembre se ne parla. Troppi candidati agli atenei italiani e pochi posti. Troppo difficile il test e troppo poco adatto ai nostri studenti, e così via. Per chi però non vuole arrendersi di fronte alla stroncatura della prova di ingresso, le porte delle università estere sono aperte ai nostri aspiranti dottori. Anche se, a seconda dello Stato scelto, bisognerà mettere mano al portafogli. Paese che vai, usanze che trovi… Si può optare, ad esempio, per l’International Campus di Chiasso, in Svizzera. Non c’è un test di ammissione, ma bisognerà comunque seguire un corso preparatorio che verte sul linguaggio medico, inglese e materie scientifiche. Non un gioco da ragazzi. Per non parlare dei costi: dai 40mila euro ai 60mila all’anno. Più comoda è la Spagna, tra le più facili per le vie d’accesso. È l’Universidad Europea di Madrid la meta dei nostri camici bianchi in fuga. Qui, per sedere tra i banchi dell’Ateneo, basta un breve colloquio orale, il certificato B1 della lingua inglese e una prova psicoattitudinale da eseguire online. Anche se l’esborso economico da affrontare non è proprio alla portata di tutti: almeno 25mila euro in denari vanno cacciati. L’Est d’Europa è sicuramente la zona più consigliata ai testardi aspiranti medici, che però non dispongono di molte risorse economiche. In Albania, dove la vita media di uno studente tra vitto e alloggio si aggira intorno ai 150 euro al mese, ci si può iscrivere senza troppa difficoltà a Tirana. Il test di ingresso necessita di poco studio per rispondere a quesiti a risposta multipla in biologia, chimica, fisica e matematica. Di tasse, invece, ci sarà da sborsare circa 8mila euro all’anno. In Bulgaria sono due le università di Medicina dove ci si può facilmente iscrivere, la San Clemente di Ocrida e la Medical University, per entrambe il costo si aggira intorno agli 8mila l’anno. Ma lo scoglio, in questo caso, può essere la lingua: i corsi e una parte del test di accesso sono in inglese. Qualche migliaia di euro in meno si spende all’università statale di Timisoara (la rata prevista per gli studenti stranieri è di 5mila euro l’anno). Sempre in Romania è consigliata anche la Vasile Goldis di Arad, un’università privata che però apre la porta agli studenti persino due volte l’anno, una a luglio e l’altra a settembre. Un aiuto in più per gli indecisi e per chi non è passato al primo colpo.

Anche per la laurea in Odontoiatria vale più o meno lo stesso schema di prezzi e mete. La Spagna, dove l’accesso è più semplice, sforna ogni anno centinaia di dentisti italiani. Ma anche per gli altri corsi di laurea non legati all’ambito medico, soluzioni più semplici di quelle offerte dal nostro paese esistono. In Architettura, l’università di Madrid, consente liberamente l’accesso agli studenti. E pure in Austria, la maggior parte dei corsi sono ad accesso libero. Anche la Germania e la Francia sono mete da valutare, se però si ha almeno un’infarinatura rispettivamente del tedesco e del francese. Per l’equipollenza del titolo in Italia, dicevamo, non ci sono troppi problemi. Infatti per tutti i titoli accademici ottenuti in Europa, bisogna passare il vaglio del giudizio di equipollenza rilasciato dai singoli Atenei italiani allo studente che ne fa richiesta. Se per la Romania, di solito, raccontano su alcuni blog gli studenti che ci sono già passati, la trafila è un po’ più lunga per raccogliere tutte le carte, per gli altri paesi nel giro di qualche mese il gioco è fatto. Valutare la laurea in Medicina, invece, spetta al ministero della Salute, che nel giro di tre mesi emana il riconoscimento per potersi iscrivere all’Ordine dei medici.

«L’iscrizione ai corsi di laurea in medicina e in generale nelle professioni sanitarie in paesi che non prevedono selezioni è un fenomeno noto e che risolleva la questione delle modalità di accesso a questi corsi di laurea. Ogni anno assistiamo a un numero crescente di iscrizioni ai test d’ingresso e sappiamo anche che nei prossimi anni assisteremo a un calo dei medici in attività – un calo che avrà un impatto significativo sulla collettività. Se da un lato selezioni rigorose ci aiutano ad avere studenti fortemente motivati, dall’altro dobbiamo pensare a una riflessione pubblica, di sistema, che consideri i fabbisogni di salute del nostro paese e garantisca che si possa contare su un numero di specialisti adeguato», ha commentato il professor Enrico Gherlone, Rettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele. Mentre secondo Daniele Grassucci, fondatore di Skuola.net, «il fenomeno della fuga all’estero degli studenti dovrebbe servire a far riflettere sul business del test di ingresso: la prova di accesso finisce per facilitare gli studenti che si trovano in una condizione economica vantaggiosa, potendo trovare negli atenei stranieri un escamotage».