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Concorsi truccati, Ubertini (Rettore Università di Bologna) interviene: sospesi cinque docenti

Articolo di Marco Bettazzi pubblicato sabato 30 settembre 2017 da la Repubblica Bologna.

Concorsi truccati, Ubertini interviene: sospesi cinque docenti

Il rettore e l’inchiesta che ha portato anche a un arresto: “Se potrà servire sono pronto a costituirmi parte civile”

L’Università di Bologna tratterà con «fermezza e rigore» i responsabili dei recenti scandali, una volta accertate le responsabilità. «Stiamo valutando le misure necessarie, compresa la costituzione di parte civile, se ci sono gli estremi», ha detto ieri il rettore Francesco Ubertini, intervenendo sul caso dei professori accusati di corruzione per aver truccato l’abilitazione dei docenti di Diritto tributario. Tanto che proprio ieri, una volta acquisiti gli atti, lo stesso Ubertini ha sospeso dall’insegnamento per un anno cinque dei sei professori coinvolti all’Alma Mater.

Si tratta di Adriano Di Pietro, in pensione ma docente a titolo gratuito, agli arresti domiciliari, e poi di Andrea Carinci, Giangiacomo D’Angelo, Thomas Tassani e Francesco Tundo. Resta in attività Andrea Mondini, indagato ma non interdetto dalla Guardia di Finanza. L’indagine, partita da Firenze, riguarda 59 professori in tutt’Italia, che secondo la magistratura avrebbero truccato i concorsi per l’abilitazione scambiandosi favori e favoriti per la corsa alla cattedra. «Come in passato – spiega Ubertini – affronteremo la cosa con fermezza e rigore. Ho firmato cinque decreti di sospensione e valuteremo tutte le misure necessarie una volta accertati i fatti». Compresa, come ha chiesto la ministra all’Istruzione Valeria Fedeli, quella di costituirsi parte civile al processo. Si tratta, continua Ubertini, «di responsabilità individuali che vanno punite con rigore. Però il volto dell’università non è quello, il vero volto del nostro ateneo è quello dei suoi 85mila studenti». Nel frattempo bisogna però portare avanti i corsi colpiti dall’inchiesta. «Garantiremo la continuità dei servizi – assicura il rettore –, e sono allo studio diverse soluzioni, compreso lo spostamento al secondo semestre. Stiamo adottando tutte le misure per evitare il più possibile disagi agli studenti, anche se – ammette – qualche disagio ci sarà perché dovremo sostituire dei docenti».

In ogni modo Ubertini salva l’Università di Bologna e il sistema italiano. Sui concorsi in particolare (pur essendo cosa diversa dalle abilitazioni oggetto degli scandali), «sono due anni che l’Agenzia di valutazione del Ministero mette al primo posto Bologna per il sistema di reclutamento. Questi sono fatti gravi che fanno male a tutti, ma non bisogna confondere le responsabilità individuali con quelle di sistema, perché l’università italiana è un’ottima università». Alcune delle misure previste dal piano anti-corruzione dell’Anac per l’Università, del resto, qui sono già realtà. «Da quando mi sono insediato abbiamo sospeso le procedure riservate agli interni», rivendica. Ma quello delle abilitazioni truccate non è l’unico scandalo. Pochi giorni prima ci sono stati 25 professori e ricercatori di Ingegneria accusati dalla Corte dei conti per il loro doppio lavoro. In questo caso, sottolinea il rettore, ci sono profili palesemente vietati, altri che avrebbero potuto chiedere l’autorizzazione e infine altri, quelli con partita Iva, per cui «ci sono ambiguità a livello legislativo».